Rock and roll, country, rhythm and blues, jazz! Per chi ama la musica è un tour da fare, seguendo i ritmi più disparati.
Il viaggio lungo “la strada della musica” non è così gettonato dal turismo. Infatti, ci siamo accorti solo una volta arrivati a New Orleans, di quanti pochi turisti avessimo incontrato fino a quel momento.
L’intero viaggio del 2016 non ha interessato solo la Strada della Musica. Ripensandoci, devo ammetterlo, sono stata un po’ folle ad organizzare 3 viaggi in uno. L’itinerario è stato il frutto di desideri diversi: visitare la parte del Mississippi e il sud della Florida e la necessità di un po’ di bel mare. Presa dalla foga di vedere tutto ho creato un tragitto molto impegnativo e serrato, del tutto incompatibile con eventuali problemi, ritardi, code o variabili che spesso accompagnano un viaggio di circa 2.500 km. Alla fine è andato quasi tutto come da programma, ma con il senno di poi…
Il programma

Se tornassi indietro non farei l’ultima parte dedicata alla Florida, ma dedicherei 3 giorni in più alla Strada della Musica (sicuramente una notte in più ad Atlanta, una Memphis e una a New Orleans). Farei qualche tappa intermedia di qualche ora, regalandoci anche il “lusso” di fermarci a caso lungo il tragitto. E perchè non aggiungere 2 giorni a Eleuthera o partire da Chicago?
Importantissimo in un viaggio itinerante negli Stati Uniti: calcolate le ore di fuso perse o guadagnate passando da uno Stato all’altro.
Siamo partiti con l’itinerario già completamente predefinto. Le prenotazioni le abbiamo fatte tutte prima di partire: hotel, auto, voli interni, ecc.
Assicurazioni. Ho usato il sito Viaggi Sicuri, non ci sono servite, quindi non do giudizi.
Tramite la mia solita agenzia di viaggi Oltre i Miraggi abbiamo acquistato i seguenti voli:
- Con Delta gli intercontinentali. Andata con volo diretto su Atlanta e ritorno da Miami con scalo ad Atlanta. Sono stati perfetti in tutto: orari, bagagli, posti a sedere, personale. Ci sono costati € 950 a testa con assicurazione annullamento volo inclusa.
- Con Spirit abbiamo fatto il volo interno da New Orleans a Fort Lauderdale, € 111 a testa (con bagagli da stiva e tasse). Anche questo volo perfetto e puntuale. Per Spirit però vi consiglio di leggere bene le condizioni per i bagagli, altrimenti rischiate sorprese. Se non ricordo male il bagaglio in stiva doveva pesare max 18 kg.
- Con Silver Air abbiamo preso i voli di A/R tra FLL ed Eleuthera, pagando € 450 a testa con assicurazione annullamento e bagagli in stiva. Volo puntuale e preciso, ma se devo paragonarlo al costo dell’internazionale lo abbiamo pagato una follia!
Nolo auto: veloci, efficienti, praticamente perfetti! Sono organizzati in modo logico per rendere il servizio più semplice possibile al cliente. Hanno un servizio di navetta gratuita dai depositi nolo auto ai terminal degli aeroporti (questo lo abbiamo notato ad Atlanta, a New Orleans e a Fort Lauderdale).
Navigatore. Abbiamo scaricato la app TomTom per Iphone contenente la mappa USA (perfetta!).
Guida: avevamo la Lonely Planet e delle stampe con appunti che mi ero fatta prima di partire cercando sul web tra forum e diari di viaggio.
Alla fine, facendo i conti di tutto (tutto tutto anche il parcheggio a Malpensa), abbiamo speso circa € 4.100,00 a testa!
Parto con il racconto del viaggio. Siete pronte/i?
Venerdì 29 luglio
Siamo arrivati ad Atlanta verso le 15.30. Le procedure per ritiro bagagli e controllo passaporti sono state veramente velocissime.
Avevamo prenotato l’auto per 5 giorni tramite Rentalcars (€ 350,00 e in loco abbiamo aggiunto la copertura totale a $40). Il servizio Alamo ineccepibile e auto praticamente nuova.
Siamo così partiti verso il nostro primo albergo The Highland Inn (fuori Atlanta in zona Little Five Point). Prenotato con Expedia, con colazione e parcheggio € 74,30. Sono stata contenta della scelta fatta. L’albergo è vecchiotto ma pulito. La colazione è proprio essenziale. Il ragazzo alla reception è stato gentilissimo consigliandoci di andare a piedi a Little Five Point, ma con il buio di rientrare con UBER.
Abbiamo fatto due passi nella zona di Euclid Avenue, una via strana e divertente. Vi consiglio di entrare in un paio di negozi: Criminal Records e Ambrose Vintage. La gente che abbiamo incrociato per strada ci ha dato la bellissima sensazione di essere i benvenuti! Passeggiando qualche ragazzo incrociato per strada mi ha chiesto di fargli delle foto. Quale migliore richiesta per far felice un’appassionata fotografa come me!? Per la nostra prima cena, siamo andati a The Vortex Bar & Grill. Il locale è particolarissimo, il servizio è veloce e la ragazza che ci ha seguiti è stata gentilissima. Abbiamo mangiato bene: un’insalatona, un cheeseburger, tre buone birre (totale $26,40+TIP). Dopo cena, siamo rientrati a piedi in albergo, concedendoci un caffè nel bar accanto.











Sabato 30 luglio
E che il vero viaggio abbia inizio.
Verso le 9, dopo una scarna colazione, siamo partiti. Avevo previsto la visita a Ruby Falls (Chattanooga), ma una coda chilometrica e la voglia di arrivare a Nashville ci ha fatto desistere. Ne abbiamo approfittato per fare due passi, sgranchirci le gambe, respirare un po’ d’aria fresca e bere qualcosa. La strada che porta all’ingresso delle cascate è bella e da quel punto si gode di un gradevole panorama sulla città.
Ripresa la macchina ci siamo concessi una breve visita alla distilleria Jack Daniel’s e due passi nella parte “storica” di Lynchburg, un giro nella piazza (molto affascinante) e poi via verso Nashville.
Tra tutte le tratte, Atlanta-Nashville è quella che mi ha entusiasmata di più. Se fosse stato per me mi sarei fermata continuamente. Tornando indietro avrei previsto anche una tappa poco prima di arrivare a Nashville alla comunità Amish.
Appena lasciata Atlanta ci siamo imbattuti in un incidente con coda di decine e decine di chilometri, successo nel lato opposto al nostro senso di marcia. Solo il fatto di essere nel senso opposto di marcia avrebbe fatto saltare il mio planning. Pensate che dovevamo affrontare solo quel giorno un tragitto di circa 400 km, la fortuna è stata dalla nostra parte. Da questo evento prende spunto una delle mie considerazoni sopra esposte, ovvero avevo previsto un itinerario troppo serrato.
Siamo arrivati nel pomeriggio allo Sleep Inn Nashville (che dista 11 km dal centro). L’albergo l’avevo prenotato con Booking per due notti con colazione e parcheggio a € 185. Gli alloggi in centro erano carissimi. Comunque, anche in questo caso, siamo stati contenti per la scelta fatta. Distrutti, ci siamo rilassati un’oretta a letto.





Per cena avevamo appuntamento da una coppia di amici compaesani (Stefania e Alessandro) a Hendersonville distante circa 20 minuti di macchina. Ci è sembrato di entrare nella scenografia di “The Truman Show” in cui tutto è perfetto: prati verdi e tagliati a puntino, case simili e dello stesso colore, con gli stessi materiali, le cassette della posta, tutto pulito, il laghetto artificiale, le scuole… Cena da leccarsi i baffi, in una casa stupenda con una cuoca superlativa e in piacevolissima compagnia. Stefania la conosco da quando siamo piccole e si è trasferita con famiglia da qualche anno per via del lavoro di Alessandro. Appassionata di fornelli e cucina, ha deciso di dare una svolta professionale alla sua passione, esportando la nostra cultura culinaria nel Tennessee e aprendo un’attività Pasta & CO. Authentic Italian Food in Hendersonville.



Domenica 31 luglio
Dopo aver consumato in albergo una colazione non abbondantissima, siamo andati a scoprire la capitale del Tennessee e abbiamo preferito spostarci con UBER.
Nashville: una città in perenne fermento e dove la musica è il fulcro.
Questa città offre molte attrattive: dalla Country Music Hall of Fame alla Grand Olè Opry House, dai rustici ma imperdibili “blues bar” ai suoi edifici storici, dai grandi eventi sportivi al tradizionale e squisito pollo fritto. La nostra visita è partita dallo State Capitol per poi spostarci verso MUSIC ROW, quartiere di uffici, case discografiche e studi di registrazione. Essendo domenica era tutto chiuso e di conseguenza, dopo una camminata veloce, abbiamo percorso Demonbreun Street per vedere alcuni negozi che mi ero segnata: Two Old Hippies, Hatch Show Print, Ernest Tubb Record Shop, Mr. Hat’s Boot Company.
Entrati nel “District” abbiamo percorso Broadway Street, l’arteria principale. I suoi marciapiedi sono animatissimi e vivaci quanto l’interno dei vari pub/bar/ristoranti in cui le orchestre e i gruppi la fanno da padrone, dalla tarda mattinata fino a notte fonda. Immergersi in Broadway, dall’imbrunire in poi, è un must a Nashville. Le insegne sono coinvolgenti come i rumori e i suoni che escono dai vari locali. Le vie trasversali alla Broadway mantengono l’atmosfera dell’arteria principale, proponendo musei (soprattutto quello di Johnny Cash) e negozi trendy (cappelli e stivali country). Noi abbiamo percorso Printers Alley, passeggiato lungo il Cumberland River e il ponte pedonale, fino a Cumberland Park. Nashville è caratterizzata dal mattone rosso dei propri edifici, ma col calare della sera sono le coloratissime insegne a trionfare, insieme a personaggi strani e sosia di VIP famosi.
Abbiamo scelto Robert’s Western World sia per mangiare un buon hamburger che per ascoltare dell’ottima musica country a prezzi più che buoni per la zona. La sera siamo stati da Tootsies per bere qualcosa al ritmo di musica. L’ambiente è bello, carico, divertente e coinvolgente. Dopo una giornata intera in giro per il centro di Nashville abbiamo chiamato UBER e siamo tornati in albergo.
A noi Nashville è piaciuta tantissimo e ci è rimasta nel cuore. E’ una città che mette il buonumore con la sua musica country e i suoi eccessi.















































Lunedì 1° agosto
Ripartiti verso le 9 in direzione Memphis abbiamo fatto una breve tappa a Belle Meade Plantation, bellissima tenuta emblema del fascino e dello stile degli Stati Uniti del Sud.


Mi ero segnata un locale da vedere, così abbiamo fatto una breve sosta per due caffè a Loveless Cafe. Il bar è bello, particolare, pieno di foto e di ricordi (sarei rimasta lì delle ore a fotografare) e stipato di gente. Fateci una tappa e se avete tempo, fermatevi ad “assaporare” l’atmosfera del SUD!


Ripartiamo prendendo la Natchez Trace Parkway, bellissima strada a due corsie per senso di marcia, in mezzo al verde, dove non ci sono né TIR nè semafori, ma il limite di velocità è di 40 mph. Si tratta di una strada panoramica di 643 km nel National Park Service che corre diagonalmente da Natchez (Mississippi) a Nashville (Tennessee) e segue un’antica pista tracciata più di 8.000 anni fa da bufali e cacciatori preistorici. Abbiamo percorso miglia e miglia senza incrociare auto e ammirando paesaggi stupendi!


Abbiamo ripreso la Interstate40 in zona Jackson, dove abbiamo deciso di fare una veloce pausa pranzo a Exit 87 BBQ. Ripartiti, prima di arrivare a Memphis, siamo andati a curiosare nel famoso Concessionario Bumpus Harley-Davidson.


Il nostro hotel è il Madison Hotel. Ho trovato un’offerta tramite Venere a € 120,38 (senza colazione – parcheggio extra a $29). Si tratta dell’hotel più lussuoso del viaggio e come tale era perfetto da ogni punto di vista. Dalla terrazza dell’albergo (Twilight Sky Terrace), si gode di una vista mozzafiato sulla quale abbiamo goduto di un aperitivo sul Mississippi superlativo!


Usciti dall’albergo, ci siamo fermati da Huey’s per mangiare e bere qualcosa. Il locale è molto particolare, il personale è gentilissimo, gli hamburger squisiti ad un prezzo giusto. Terminato lo spuntino siamo andati alla scoperta della città del rock.



Memphis è famosa in tutto il Mondo per l’eccezionale storia musicale e il mitico “BBQ” (soprattutto di carne di maiale). Il Downtown è in continuo fermento con veri e propri pellegrinaggi dei fans di Elvis Presley, Johnny Cash, Jerry Lee Lewis e Aretha Franklin, giusto per citare solo alcuni dei più noti miti della musica che in questa città hanno inciso dischi (nel leggendario Sun Studio), vissuto o entrambe le cose.
Memphis però non è solo Elvis.
La parte più interessante della città è sicuramente Beale Street, in particolare il tratto che va dalla 2nd alla 4th abbonda di locali, ristoranti, insegne al neon e negozi di souvenir. È un “museo vivente” in cui si possono scovare i nuovi talenti del genere musicale più caratteristico d’America: il “Mississippi blues”. Una passeggiata lungo Beale Street è un viaggio in un paradiso musicale ed è anche una delle zone più suggestive della città.
Dopo averla percorsa, siamo andati verso la famosa Walk of fame e A. Schawb, Peabody Hotel (ci siamo persi lo spettacolo delle 17 delle ducks). Abbiamo visitato il negozio dell’antico sarto di Elvis (Lansky Brothers), e siamo passati al Memphis Rock ‘n’ Soul Museum e FedEx Forum. La sera, passeggiando per il centro, abbiamo assistito a uno “spettacolo di strada”, una gara di acrobazie tra alcuni ragazzini con tanto di applauso e tifo da parte degli spettatori. Non ci siamo fatti mancare un drink al famoso B.B. King Blues Club.












Martedì 2 agosto
Il giorno dello spostamento più lungo è arrivato: circa 500 km con destinazione Natchez.
Abbiamo puntato presto la sveglia e siamo andati a fare colazione nel primo bar che abbiamo incontrato: Cafe Keough. Il locale è affascinante e ci ha regalato una bellissima atmosfera prima della lunga giornata.


Alle 9 eravamo già in macchina sulla US Route 61, detta anche “The Blues Highway”. La strada comincia nel profondo nord, a Minnesota nel Wyoming e termina a New Orleans dopo 2.200 km. Noi abbiamo percorso il tratto tra Memphis e New Orleans, attraversando tre Stati, alla scoperta delle radici della musica blues e soul. Avevo previsto una breve pausa a Vicksburg, ma alla fine abbiamo deciso di tirare dritto e mangiare qualcosa per strada. La stanchezza iniziava a farsi sentire.







Siamo arrivati nel primo pomeriggio al B&B Starling’s Rest (prenotato tramite Expedia una camera con bagno in comune a € 81,50 con colazione). Al nostro arrivo una ragazza ci ha fatto fare il giro della splendida casa coloniale spiegandoci tutto nel dettaglio. La nostra camera era bellissima e divinamente tenuta, ogni angolo della casa coloniale era nel dettaglio studiato. Il bagno, seppur in comune, era pulito e sinceramente non abbiamo mai avuto problemi con gli altri ospiti. La colazione era buona.




Nonostante il caldo pazzesco e la stanchezza abbiamo dedicato il pomeriggio alla visita delle case coloniali del centro. Sono una più bella dell’altra, ce ne sono veramente tantissime. Ci siamo accorti che lungo la strada c’erano 4 differenti itinerari per visitarle.



Dopo una pausa, siamo usciti di nuovo per il tramonto. Nonostante il caldo pazzesco abbiamo fatto una camminata lungo il Mississippi. Nulla a che vedere con il tramonto del giorno precedente, ma comunque affascinante.
Per la cena, visto che non eravamo molto affamati (forse a causa del caldo), siamo andati da Pig Out Inn Barbeque. Terminata la cena, abbiamo fatto due passi verso Under The Hill Saloon, un locale che mi ero segnata tra gli imperdibili. Infatti era bello, con un’atmosfera coinvolgente e pieno di gente, tanto che ci siamo chiesti da dove arrivassero visto che nel pomeriggio Natchez sembrava un paese deserto!


Uscendo ci siamo fermati un po’ ad ammirare lo scorcio sul Mississippi: le luci, i riflessi e finalmente un po’ di arietta piacevole…

Mercoledì 3 agosto
Dopo aver fatto colazione, siamo partiti verso l’ultima destinazione di questa parte del viaggio: New Orleans.
Lungo il trasferimento, nei pressi di Baton Rouge, ci siamo imbattuti in un temporale molto intenso, tanto che ci è arrivato l’alert meteo sui cellulari.

Titubanti, abbiamo deciso comunque di proseguire, a tratti molto lentamente perché non si vedeva nulla. Abbiamo deviato verso l’Oak Alley Plantation, ma la fortissima pioggia ci ha impedito di godere di quel posto tanto famoso quanto meraviglioso. Dopo aver atteso invano una schiarita, abbiamo rinunciato e ripreso la strada verso l’aeroporto di New Orleans, dove abbiamo lasciato la nostra auto dopo ben 1.500 km di strada.
Usciti dall’aeroporto abbiamo preso un TAXI (tariffa standard a $ 36+TIP) per il nostro albergo di New Orleans: The Pelham Hotel. Prenotato tramite Booking per € 80,50 (senza colazione).
L’albergo è bello ed il personale è molto disponibile. L’albergo è a due passi dal quartiere francese e comodo per i mezzi pubblici. In hotel ci siamo rimasti veramente pochissimo e ci siamo lanciati alla scoperta di NOLA.
La zona più antica e affascinante di tutta New Orleans rimane senza dubbio il French Quarter (il quartiere francese) con le sue tipiche case basse, con i terrazzini coperti e impreziositi da colonne in ferro battuto. È il nucleo più antico della città e sicuramente tra le cose da vedere a New Orleans. Qui la città venne fondata nel 1718 e venne per secoli abitata dai Creoli, discendenti dei coloni francesi e spagnoli.
La strada simbolo di New Orleans è Bourbon Street, che ogni sera si riempie di cittadini e turisti attratti qui dalla voglia di fare festa e ascoltare del buon jazz.

La nostra prima tappa è stata il French Market, dove abbiamo pranzato e bevuto qualcosa.
Camminando nel centro di NOLA ci siamo accorti di non aver incrociato fino allora turisti italiani. New Orleans rispetto alle mete precedenti è decisamente più commerciale e turistica, ma nonostante questo a noi è piaciuta molto e ci ha emozionato con il suo carattere.
Siamo arrivati fino a Esplanade Ave per poi tornare indietro zigzagando per il French Quarter, seguendo un itinerario che veniva consigliato dalla Lonely Planet.
Mi ero segnata la libreria Arcadian Books & Prints, dove tutto è accatastato ed incastrato. passateci perché è molto affascinante!
Dopo una doccia rinfrescante in hotel, abbiamo percorso Canal Street in direzione Mississippi. Tornando indietro abbiamo goduto di un tramonto stupendo. Per cena siamo andati da Mr. Ed’s Seafood and Oyster Bar dove abbiamo preso due piatti squisiti: Crawfish Bread e Shrimp fish plat.













Dopo aver passeggiato su Bourbon Street, ci siamo messi in coda per l’ultimo spettacolo a Preservation Hall (entrata $15 a testa all’interno non vedono da bere). Mentre eravamo in coda, sentivamo dalle finestre l’entusiasmo della gente che assisteva allo spettacolo in corso. Lo stabile che ospita la Preservation Hall è del 1750, la location è davvero autentica ma allo stesso tempo essenziale: curatissima con foto alle pareti che testimoniano la storia della jazz-music, ma con panchette minuscole per gli spettatori. Lo stabile si “riempie” della musica dei gruppi jazz che si esibiscono.
Non riesco a descrivere quello che abbiamo provato là dentro. Travolgente!!!





Dopo lo spettacolo, elettrizzati, abbiamo smaltito l’adrenalina facendo due passi a piedi per Bourbon Street, prima di rientrare in hotel.
Giovedì 4 agosto
Abbiamo scelto per colazione il Ruby Slipper Cafè, praticamente sotto il nostro hotel. Il locale è particolare ed pieno di gente. La colazione è buona e gustosa. Il personale gentile.
Lasciata la camera, siamo andati verso Jackson Square per prenotare la gita sulla Natchez Steamboat, optando per quella delle 11.30 con il pranzo ($42/cad). Con il caldo che c’era non potevamo scegliere di meglio. Abbiamo trascorso delle ore molto piacevoli sul battello, respirando una splendida atmosfera, pranzando a ritmo di jazz (suonato dal vivo)! Forse l’uscita al tramonto è più d’effetto, ma disponendo di una sola serata a New Orleans, ho dovuto scegliere!











Finita la gita, siamo tornati nel quartiere francese, per qualche acquisto “dell’ultimo momento”. A metà pomeriggio, improvvisamente, il cielo è diventato nerissimo e ha iniziato a diluviare. Successivamente abbiamo letto del tornado che si è abbattuto a NOLA… Ce lo siamo beccato in pieno. Canal Street era un torrente!
Fradici, abbiamo raggiunto l’albergo per ritirare i bagagli e abbiamo chiamato UBER per raggiungere l’aeroporto.

Il volo delle 19.59 con Spirit è stato puntuale e perfetto. Una volta arrivati a Ft. Lauderdale abbiamo chiamato l’albergo per la navetta e in 15 minuti eravamo al Quality Inn & Suites prenotato con Booking a € 65,00. L’albergo è vecchiotto e bruttino (e non troppo pulito), ma per quello che lo abbiamo pagato, è andato più che bene. Abbiamo usufruito della navetta sia all’arrivo, verso le 23, che alla partenza all’alba. Fuori dall’albergo ci sono fast food aperti 24h, come il Mc Donald’s.
Per la colazione c’è un piccolo buffet a disposizione dei clienti.
Con la notte in un tristissimo hotel a Fort Lauderdale si è conclusa la prima parte del viaggio, quella più entusiasmante e interessante, che sicuramente porterò per sempre nel mio cuore.
Itinerario di una settimana che, seppur organizzato in modalità “toccata e fuga”, considero un’esperienza di vita, un percorso suggestivo nella terra che ha dato origine alla musica popolare moderna. Un tragitto che varia moltissimo da paese in paese, in base alle diverse influenze ricevute nel corso degli anni, ma che conserva antiche tradizioni ancora vive.


Come ho già detto in premessa, vi consiglio di farlo ma con un ritmo più lento! E lo consiglio anche a chi, come me, non è “malato di musica”, perché vi assicuro che il ritmo arriva!
Per la prosecuzione, vi rimando ai prossimi diari di viaggio:
Parte 2 Eleuthera: relax in un paradiso naturale lontano dalla massa!
Parte 3 Florida on the road
2 pensieri riguardo “USA e la Strada della Musica”