Dedico il diario a Michela Boldrini.
Questo è stato il nostro primo e ultimo viaggio insieme.
Avevamo in programma l’addio al nubilato di Ele, un fine settimana in Sardegna e chissà…
Eri una curiosa come me, amavi scoprire e conoscere il Mondo!
Bella, solare, positiva, mai polemica. Una persona sempre presente nel momento del bisogno, ma mai invadente.
La settimana dell’incidente stavo sistemando questo diario ed ero felice di saperti in viaggio!
CIAO STELA!

Vivi come se dovessi morire domani.
Impara come se dovessi vivere per sempre.
Mahatma Gandhi
Il viaggio ho deciso di dividerlo in due parti:
- Intro e 2 giorni lungo la Costiera Amalfitana (io e Mic) che trovate QUI;
- 3 giorni a Napoli (io, Mic, Elena e Micky).
Per la parte introduttiva rinvio al diario relativo la Costiera Amalfitana!
Dalla tragedia di Michela ho deciso di non modificare il diario, voglio pensare che sia ancora con noi!
Siete pronti a partire con noi 4 per Napoli?!
DAY 2 – giovedì 7 aprile
Lasciata la splendida Costiera Amalfitana, io e Mic, siamo ripartite in direzione aeroporto di Napoli per riconsegnare l’auto e incontrarci con Claudio che con € 30 ci ha accompagnate al B&B!
A Napoli abbiamo alloggiato per 3 notti presso la Dimora Doria d’Angri in Piazza Sette Settembre 28. La prima notte in due ci è costata € 100 e le altre due notti € 170/notte uso quadrupla. Totale € 440 per 3 notti con colazione.
Voglio dedicare qualche riga all’alloggio. E’ la stessa struttura che avevo prenotato sia nel 2020 che nel 2021. Con Giuseppe, il titolare, in questi anni ci siamo sentiti, sia per il primo annullamento che nel 2021 a causa della mia operazione, non ho guardato alternative e sono andata diretta da lui non appena abbiamo preso i voli.

Il Palazzo Doria d’Angri è un palazzo monumentale di Napoli, con una lunghissima storia: vi dico solo che nel 1860 il palazzo divenne famoso perché il 7 settembre Giuseppe Garibaldi annunciò dal balcone dello stesso l’annessione del Regno delle Due Sicilie a quello d’Italia. Purtroppo era in fase di restauro della facciata e quindi era completamente coperto da impalcature, compreso il vano interno centrale. Da quello che ho capito i lavori dovevano già essere terminati. Il B&B è molto carino, la stanza ampia e pulita. La gestione è veramente impeccabile: prodotti da bagno, phon, asciugamani, cambio lenzuola… La colazione è servita al Leopoldo Cafebar a pochi passi a piedi.
Per una serie di motivi Giuseppe ha dato in gestione a Carmine il B&B e funziona tutto alla perfezione, però… Come riferito direttamente a Giuseppe, personalmente quando viaggio scelgo i B&B o gli alberghi piccolini proprio perché amo instaurare un rapporto diretto con chi “mi ospita”, anche se solo durante la colazione o per pochi attimi. Durante il soggiorno a Napoli questo mi è un po’ mancato nonostante sapessi che, nel caso di bisogno, avrei potuto contattare sia Carmine che Giuseppe.
La posizione del B&B è veramente strategica per vivere il centro storico: da una parte Spaccanapoli e dall’altra i Quartieri Spagnoli, poco più a nord Piazza Bellini e Via Toledo da percorrere fino al mare!
Una nota a parte per il nostro puntualissimo “driver” Claudio, un vero personaggio, uno che non sta mai fermo, con i suoi 1.000 interessi e passioni. E’ stata interessante la chiacchierata con lui sia all’andata che al ritorno!
Una volta lasciati i bagagli in stanza, siamo uscite per la nostra prima cena nel centro di Napoli al Ristorante Bencott. Il locale è piccolino e si riempie in fretta, avevamo prenotato e così una volta arrivate, il nostro tavolo era lì che ci stava aspettando. Abbiamo mangiato molto bene spendendo € 42 in due. Abbiamo ordinato: io gli spaghetti alle vongole, Mic gli scialatielli allo scoglio, un bicchiere di vino, due birre, due caffè.



Per “smaltire” la cena abbiamo fatto due passi veloci per Spaccanapoli!
DAY 3 – venerdì 8 aprile
La mattina, accolte le nostre amiche Elena e Micky, siamo partite per la prima giornata napoletana. Direzione Spaccanapoli.

Spaccanapoli, il decumano inferiore, una delle tre più importanti arterie della città, sicuramente oggi una delle strade più celebri di Napoli, dove arte, tradizione, storia e cultura napoletana si coniugano. Percorrere Spaccanapoli è come attraversare la storia di questa città, incontrando lungo il suo tragitto le testimonianze del passato con i suoi tesori artistici. Purtroppo molti palazzi che mi ero segnata per ammirarne la facciata erano in ristrutturazione (tra bonus facciata e 110…).



Siamo passate dalla Chiesa del Gesù Nuovo, Palazzo Venezia, ma la prima sosta l’abbiamo fatta per un caffè al Bar del Nilo (Via San Biagio dei Librai 129) dove c’è un piccolo tempio dedicato a Maradona. In questo bar il caffè è un’arte, un momento mistico in tazza bollente.


Via San Biagio dei Librai è uno dei tre decumani maggiori dell’antica città greco-romana ed anche il più turistico. Vi consiglio di allungare lo sguardo fino al Palazzo Marigliano.

Fra negozi di souvenir, botteghe artigiane, antiquari e venditori di prodotti eno-gastronomici tipici, giungiamo alla famosa San Gregorio Armeno, la celebre strada dei presepi, visitabile tutto l’anno e di grande suggestione. Da non perdere la Chiesa di San Gregorio Armeno.



Via San Gregorio Armeno durante il nostro soggiorno l’abbiamo percorsa e ripercorsa e nonostante sia particolarmente turistica l’ho trovata anche molto autentica. Inoltre, collega Via dei Tribunali e Spaccanapoli ed è uno dei posti da visitare più famosi di Napoli. In questo vicolo l’atmosfera natalizia è presente sempre, poiché le botteghe artigiane, con i maestri presepai che realizzano i pastori del presepe napoletano, sono aperte tutto l’anno. Una tradizione tramandata di generazione in generazione, grazie anche alla capacità degli artigiani di adattare la loro abilità ai tempi che cambiano. Da non perdere le creazioni di personaggi famosi.

Vi consiglio ovviamente di ammirare le opere del laboratorio Ferrigno, al numero civico 8. Sono le più rinomate e secondo me le più belle. Incuriosita dalla storia, sono entrata nella Bottega ho iniziato a parlare con Davide, il ragazzo presente in negozio. Alla fine ha fatto a tutte e 4 un omaggio, nonostante nessuna di noi abbia acquistato.






Il Bar del Nilo prima, il laboratorio di Ferrigno poi, ci hanno fatto apprezzare da subito l’accoglienza semplice e naturale dei napoletani. L’accoglienza napoletana che ho sinceramente amato in questi giorni!
In attesa che aprisse la Chiesa delle anime Pezzentelle, lungo Via dei Tribunali siamo passate ad ammirare Palazzo Spinelli. Veramente splendido, ma è vietato fotografare per tutelare la privacy dei condomini… E così ci siamo accontentate di qualche scorcio in Via dei Tribunali.










Alle 10 circa hanno aperto la Chiesa delle anime Pezzentelle o Complesso Museale Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco (Via dei Tribunali, 39), ingresso a pagamento € 6 a testa. La parte più interessante della visita è stata quella relativa all’Ipogeo, sotto il pavimento della Chiesa, che ancor oggi ospita il culto intenso e spontaneo delle anime del Purgatorio. Al centro del pavimento si apre un’ampia tomba anonima circondata da catene nere e illuminata fiocamente da qualche lampadina. Lungo le pareti laterali, nicchie e piccoli altarini, documentano il culto che spontaneamente nacque fin dal seicento nella chiesa inferiore. Il Complesso del Purgatorio ad Arco è custode del culto delle anime “pezzentelle”, quello dei resti umani anonimi adottati dal popolo. Tra le anime adottate dal popolo, celebre è quella della principessa Lucia a cui le donne affidano, da lungo tempo, le loro richieste di grazie. Un piccolo museo allestito negli spazi dell’elegante sagrestia completa l’itinerario.





Su indicazione di Elena, siamo andate all’Ospedale delle Bambole (€ 3 a testa). Una tappa straordinaria…solo a Napoli poteva nascere un ospedale del genere! In via San Biagio dei Librai, all’interno del cortile del Palazzo Marigliano, sorge un luogo incredibile ma reale, nel quale perdersi e nel quale la realtà diventa fantasia e questa inevitabilmente realtà!
In una bambola, in un gioco è davvero presente tutta la vita: pensieri, desideri, proiezioni fantastiche in mondi lontani o vicini, storie inventate… E così l’Ospedale della Bambole ci rimanda nel mondo della nostra infanzia e in quello dei legami simbolici che passano anche attraverso gli oggetti e i giocattoli. Un giocattolo, una bambola, quando si rompe va curato, perché custodisce mille segreti e sogni.





Ringrazio Tiziana per averci raccontato la storia dell’Ospedale che va avanti dal 1800, da ben quattro generazioni!

Terminata la visita ci siamo dirette verso la Cappella di San Severo, passando prima da Antonio Borrelli, cantante Neomelodico di 60 anni, detto Topolino, che dal balcone al secondo piano di via Atri, all’incrocio con via Tribunali, con due grossi amplificatori interpreta canzoni napoletane per i passanti.

Per la visita alla Cappella San Severo e Cristo Velato avevo fatto la prenotazione on line (€ 10.00 a testa) per le ore 11.30 . Vi ricordo che non è possibile scattare fotografie.
Il Cristo Velato (di Giuseppe Sanmartino, 1753) è posto al centro della navata della Cappella San Severo. E’ una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, una delle opere più note e suggestive al mondo.
La Volta della Cappella (di Francesco Maria Russo, 1749) è conosciuta con il nome di Gloria del Paradiso o Paradiso dei di Sangro.
Terminata la visita, siamo andate verso il Murale Madonna con Pistola di Bansky in Piazza Gerolomini. E’ l’unica presente in Italia fatta di sua mano!

Breve deviazione in Via Vicaria Vecchia per il Murale di Jorit Agoch del volto di San Gennaro.


Percorsa Via Forcella….



Abbiamo deciso di pranzare alla Pizzeria Da Michele, ritirando il numero e attendendo il nostro turno. Da Michele l’ambiente è caloroso, accogliente e semplice. Nell’attesa ho chiesto di poter fare qualche fotografia e con grande entusiasmo Alfonso mi ha accompagnata al forno dove c’era il figlio pizzaiolo all’opera. Non c’è molta scelta: o marinara (sublime!!!) o margherita (buonissima). In quattro, considerate le generose dimensioni, abbiamo preso 3 pizze e 4 birre, per un conto totale di € 29.









Ripreso l’itinerario, dopo aver fatto una breve visita al Duomo di Napoli o Cattedrale di Santa Maria Assunta (entrata libera), ci siamo dirette verso il Rione Sanità, Via Vergini…









Ma soprattutto Palazzo dello Spagnuolo, bello da togliere il fiato!

Abbiamo camminato lungo il Vicolo della Cultura. A dicembre 2019 nel cuore del rione Sanità nasce il primo vicolo della cultura. In via Montesilvano alle antiche edicole votive si affiancano le moderne edicole “culturali”, grazie alla Onlus Opportunity e al contributo di Toraldo, l’azienda italiana produttrice di caffè. Una biblioteca a cielo aperto per distribuire gratuitamente libri proprio tra quei vicoli dove per prime nacquero le edicole sacre nel ‘700 con i Borbone con l’intento di illuminare le strade e renderle meno insicure. “Oggi invece vogliamo illuminare questi vicoli e vincere la criminalità organizzata con la cultura e la bellezza” commenta il presidente della Onlus Opportunity Davide d’Errico. Suo nonno Lucio D’Errico, un imprenditore di Ponticelli, alla periferia di Napoli, fu ucciso dalla camorra nel 1993 per aver rifiutato di pagare la tangente al racket. Il vicolo della cultura nasce intorno a un bene confiscato ai clan ed è simbolicamente dedicato a chi ha avuto il coraggio di opporsi alla violenza.




Abbiamo proseguito verso la Casa Natale di Totò, ormai pericolante (Via Santa Maria Antesaecula, 110) e Palazzo Sanfelice in Via Sanità, 2 e 6.


Già al tempo degli Angioini le scale erano un elemento importante dei palazzi napoletani ma dall’inizio del XVII secolo il barocco straripò in forme incredibilmente originali, anche nelle scale. A dir poco spettacolari sono quelle progettate da Ferdinando Sanfelice (1675 – 1748), di Palazzo Sanfelice e del Palazzo dello Spagnuolo. Qui la scala diviene un elemento architettonico portante, scenografico, più importante della facciata dei palazzi.

Spesso mi è capitato di sentirmi dire “quando andrai a Napoli mi raccomando tieniti lontana dal Rione Sanità”. C’erano alcune cose che volevo assolutamente vedere e lo abbiamo fatto di giorno e rimanendo sempre unite. Ho avuto la sensazione della povertà diffusa. L’aspetto è quello di un bel quartiere decadente e molto degradato.


Strade non impeccabili, palazzi fatiscenti, mercati improvvisati rendono il quartiere Sanità un posto pieno di anima e d’identità.
Tornate verso il centro, siamo passate per la famosissima Piazza Bellini, una delle zone più frequentate del centro storico di Napoli per la presenza, nelle vicinanze, di diverse sedi universitarie e per la notevole quantità di bar e locali che vi si affacciano. La piazza è dominata da una statua di Alfonso Balzico, scultore e pittore italiano, risalente al 1886. Splendidi palazzi monumentali dei secoli XVI e XVII contornano la piazza.

Abbiamo terminato l’itinerario del venerdì visitando il Complesso Monumentale di Santa Chiara (€ 6 a testa). Il Monastero di Santa Chiara è uno dei luoghi più visitati e Instagrammati di Napoli, grazie ai pilastri decorati con tralci di vite, alle sedute interamente maiolicate, alla luce, agli affreschi, alle architetture, ai marmi candidi o cangianti. Gli artisti che si sono avvicendati nella fabbrica di Santa Chiara hanno trasformato un luogo terreno in un vero e proprio laboratorio del bello e dell’armonia.







Distrutte, siamo rientrate “a casa” per rissarci.
Aperitivo da OAK Napoli Wine And Craft Beer Vico Quercia 10.

Per cena siamo andate alla Taverna del Buongustaio spendendo € 79. Abbiamo preso come antipasto un assaggio di provola e frittura, due penne alla genovese (buonisssssssime!) e due spaghetti alla puttanesca, birra, vino, acqua. Sevizio veloce, personale preparato e molto accogliente. Assolutamente consigliata.



DAY 4 – sabato 9 aprile
La mattina, dopo aver fatto colazione, abbiamo ripercorso Spaccanapoli e Via San Gregorio Armeno che regalano sempre scene interessanti.













Siamo andate verso Via dei Tribunali per la visita a Napoli Sotterranea in Piazza San Gaetano (visita guidata a € 10,00). Vi ricordo che apre le porte alle ore 10. Abbiamo atteso una mezz’ora abbondate in coda, considerare 1 ora e mezza di visita.
Ritengo Napoli Sotterranea una tappa obbligata a Napoli. Un substrato ricco di storia e legato alla riscoperta di un patrimonio raro, se non unico nel suo genere. Un’opera imponente per la quale i greci estrassero enormi quantità di tufo, che non fu però fine a se stessa: quelle cave verranno sfruttate (dai greci prima e dai romani poi) per favorire l’approvvigionamento idrico. Il sottosuolo era l’acquedotto di Napoli che prendeva l’acqua dalle pendici del Monte Somma.










Se soffrite di claustrofobia evitate la visita, la parte più interessante non riuscirete a farla.
Riemerse dal sottosuolo, siamo andate verso Piazza Pignasecca per il Mercato. Nonostante sia il mercato all’aperto più antico di Napoli (aperto tutti i giorni) ci ha un po’ deluso. Io me lo immaginavo decisamente più “chiassoso”.








Arrivate fino a Piazza Carità abbiamo imboccato la splendida Via Toledo dove non poteva mancare la sosta alla stazione Metro Toledo: una stazione dell’arte che riproduce le onde del mare attraverso un mosaico di tesserine blu e turchesi illuminate artisticamente dalle Relative Lights di Robert Wilson. Pare sia una tra le più belle in Europa. Sinceramente ho visitato alcune stazioni metro di Stoccolma, anch’essere molto belle, ma quella di Toledo è spettacolare! Ovviamente per vedere la parte di mosaico bisogna acquistare il biglietto della metro e scendere. Fatelo, perché vale assolutamente la corsa!


Risalite, ci siamo addentrate nei Quartieri Spagnoli e abbiamo pranzato acquistando un mix squisito di assaggini all’Alimentari Egidio Nunzia, consumando il tutto in un bar (Vico S. Sepolcro, 99) che, con grandissima ospitalità, ci ha autorizzate a farlo ordinando le bevande!

Belle piene abbiamo iniziato il breve tour street Art dei Quartieri Spagnoli: Via Portacarrese (Vico Totò), Via Emanuele De Deo n. 46, Largo Maradona.





















Che dire? Io ci sarei rimasta tutto il giorno!
Abbandonati i Quartieri Spagnoli abbiamo passeggiato lungo la Galleria Umberto I. Una galleria elegante e imponente con i suoi 57 metri di altezza, costruita tra il 1897 e il 1890 proprio per volontà di Umberto I, è diventata il salotto buono di Napoli ospitando negozi e caffè.
Dopo aver osservato Castel Nuovo, la splendida e imponente Piazza del Plebiscito e Palazzo Reale abbiamo proseguito fino a Castel dell’Ovo, dove non siamo riuscite ad entrare perché le prenotazioni erano piene.







Per concludere la giornata ci siamo rilassate un po’ sul lungomare, facendo anche una breve visita alla nuovissima Palestra Virgin Active che inaugurava in quel fine settimana.







Prima di rientrare a casa siamo andate a vedere Palazzo Mannajuolo in Via Gaetano Filangieri che è uno degli esempi più belli di architettura liberty. Famosissima è la scala principale, di forma ellissoidale, in marmo a sbalzo e con balaustra in ferro battuto.

Rientrando su Via Toledo ci siamo imbattute in una piacevole banda.





Per cena siamo andate alla Trattoria Nanni dove abbiamo preso 3 spaghetti alle vongole (veramente senza sapore), gamberoni alla brace, acqua, vino, birra, un dolce, spendendo € 80,00. E’ stata la cena peggiore della vacanza! Considerate le recensioni lette, deve esserci stato qualche errore in cucina.
DAY 5 – domenica 10 aprile
Abbiamo deciso per l’ultima giornata della vacanza di andare a Castel Sant’Elmo e così da Via Toledo “Augusteo” in piazzetta Duca d’Aosta abbiamo preso la Funicolare Montesanto.


Grazie alla funicolare Montesanto, in funzione dalla fine del 1800, si raggiunge in poco tempo il ricco quartiere del Vomero, nella parte alta della città. La funicolare c’è ogni 10 minuti circa e in meno di 15 minuti si arriva alla stazione di Morghen. Con una breve passeggiata si raggiunge Castel Sant’Elmo, il piazzale della Certosa di San Martino e il Belvedere di San Martino per godere della vista sulla città.

Il tempo quella mattina non prometteva nulla di buono, ma una volta salite il cielo si è aperto regalandoci scorci stupendi!










Scese, abbiamo percorso Via Chiaia, lo struscio di Napoli. Via Chiaia, insieme a Via dei Mille, è la via dello shopping di lusso a Napoli. Qui inoltre si trovano alcuni dei locali storici della città. Sosta obbligata per un caffè al Gran caffè Gambribus…


…lungo la strada potrete trovare la famosa pizzeria Brandi dove, nel 1889, nacque la pizza Margherita, simbolo della città.

Voglio fare una breve considerazione sulla Pizzeria Brandi: era domenica e più o meno mezzogiorno. Sono entrata in punta dei piedi, scusandomi e chiedendo di poter fare solo qualche foto…
Temendo di venire cacciata fuori. Invece sono stata accolta a braccia aperte, credo dal figlio dei titolari che mi ha raccontato la storia del palazzo. Mi ha dedicato quasi 10 minuti portandomi a vedere anche il palazzo attiguo.



Piccoli gesti che non ti aspetti e che regalano forti emozioni!
Dopo un veloce aperitivo…

…abbiamo proseguito verso Via Caracciolo.


Per pranzo siamo andate in una catena non propriamente campana, da Pescaria in Piazza Vittoria. Avevamo voglia di qualcosa di “veloce”.


Le ultime ore le abbiamo trascorse sul lungomare e a Spaccanapoli.









La nostra ultima pizza napoletana l’abbiamo mangiata da Lombardi a Santa Chiara, ordinando 3 pizze, 4 birre, 3 caffè per un conto totale di € 52,50. Pizza buona, impasto soffice e leggero. Locale su due piani, con servizio abbastanza veloce. Devo però ammettere che la marinara da Michele a me ha fatto veramente impazzire!





CIAO MICKY, FA BUON VIAGGIO!

Una opinione su "Tre giorni a Napoli con Mic, Elena e Micky"