Agosto 2012 parte prima: NEW YORK

Parto dal fondo.

È stata una vacanza indimenticabile, veramente stupenda, un sogno!

Abbiamo visitato una città entusiasmante e nel frattempo ci siamo rilassati su un’isola semideserta circondati da un mare talmente bello da far fatica a descriverlo.

New York la sognavamo sia io che il mio compagno da tanto. Volevamo però fare un viaggio sia con una parte impegnativa che con una rilassante.

Durante una puntata di Donnavventura (se non sbaglio del 2009) ero stata letteralmente catturata da Exuma, un’isoletta della Bahamas, che me l’ero appuntata su un post-it. Fondamentale per definire l’itinerario è stato il Web: TripAdvisor, Turisti per Caso e forum vari. Inoltre, per NY ho preso due Guide. La prima è stata la Lonely Planet, che non mi ha convinta, ho così acquistato la Routard, con cui è stato amore a prima vista!

I voli, acquistati tramite agenzia, li ho presi a marzo. Andata e ritorno Milano Linate-New York JFK con Aer Lingus, scalo breve a Dublino. Voli puntualissimi, personale cortese € 775 (a testa).

Transfer. Per il primo trasferimento dall’aeroporto JFK all’albergo di Manhattan abbiamo preso un Taxi appena usciti dall’aeroporto pagando $ 55. Mentre per i successivi, Newark e JFK, abbiamo optato per uno shuttle con Go Airlink, sono venuti a prenderci al nostro albergo di Manhattan (spendendo circa € 30 in due).

Abbiamo alloggiato al Flatiron Hotel (9 West 26th Street). L’albergo l’ho prenotato tramite Booking, cogliendo una buona offerta pagando € 124,50 a notte, la camera doppia standard. La camera non è piccolissima con un bel bagno, ma ha un letto di 1 piazza e mezza. Hotel pulito, recentemente ristrutturato. Personale gentile e disponibile. Posizione centrale, a due passi dalla 5′ Ave ed essendo sulla 26′ è comodo sia per andare a sud che a nord di Manhattan. L’albergo è abbastanza vicino alla metro (o sulla 23’th o sulla 28’th). Nella bella hall c’è un piano bar, molto frequentato, dove fanno musica dal vivo e i rumori arrivano in camera! Siamo stati al Flatiron sia all’inizio della vacanza che alla fine. La prima volta al sesto piano alla 606, la seconda volta al nono alla 906. Nonostante l’altezza il casino si sente parecchio. Devo però ammettere che noi la sera eravamo talmente stanchi che non abbiamo avuto grossi problemi a dormire.

Riassumo l’itinerario dell’intera vacanza:

16-19 agosto a New York.

19 notte a Newark

20-29 agosto Exuma (Bahamas)

29 agosto ritorno su Newark

30 agosto-1° settembre New York

1° settembre rientro a Milano Linate

Giovedì 16 agosto 2012

Siamo partiti da Linate e il volo è stato puntualissimo, alle 19 eravamo al JFK di NYC. Le pratiche ed i controlli per uscire dall’aeroporto sono stati velocissimi. È difficile descrivere ciò che si prova quando si arriva per la prima volta a Manhattan. È famosa per le sue luci scintillanti, i grandi grattaceli e il traffico continuo. “I want to wake up, in a city that never sleeps…” cantava Frank Sinatra. New York è proprio questo, una città che non dorme mai, una realtà dinamica che ti travolge e ti “ubriaca” con i suoi mille colori, rumori, profumi ed emozioni…

Venerdì 17 agosto 2012

Sia per il fuso orario che per l’adrenalina in corpo, ci siamo svegliati molto presto e dopo una veloce colazione in un locale vicino all’albergo siamo partiti alla SCOPERTA DI NYC!!!

Avevamo prenotato il Tour per le ore 9 alla Statua della Libertà ed Ellis Island con Statue Cruises per $ 34 in due. Sinceramente c’era gente, ma non la ressa che mi aspettavo di trovare, considerato il periodo. Per imbarcarci abbiamo preso la metro, scendendo a Bowling Green e da lì siamo andati a Battery Park per salire sul primo traghetto.

Abbiamo provato la nostra prima forte emozione, la statua è imponente ed elegante. Peccato che la corona fosse in restauro, altrimenti saremmo saliti. Sicuramente uno dei monumenti più famosi del mondo intero. La Statua della Libertà è il simbolo dell’incontro tra il Vecchio e il Nuovo Mondo. La Signora con la Torcia non rappresenta solamente gli ideali della democrazia ma, negli anni, è diventata il simbolo del lamento degli immigrati, come ricorda la scritta alla base del colosso: ‘Give me your tired, your poor, your huddled masses yearning to breathe free…’

Adagiata su Liberty Island, questa maestosa statua di 93 metri domina la baia di New York. Forse nessun’altra attrazione di New York è iconica come “Lady Liberty” ed è per questo che è una tappa assolutamente imperdibile.

Dopo la Statua, siamo andati su Ellis Island a cui abbiamo dedicato un’oretta per poi tornare a camminare per Manhattan: Trinity Church, Wall Street ed edifici adiacenti, St. Paul’s Chapel (che merita una visita anche veloce, per iniziare ad entrare nello “spirito del ricordo”), World Trade Center che, davanti alle due enormi vasche, ci ha lasciati per un po’ senza parole. A me è mancato il fiato.

Abbiamo ammirato il nuovo progetto che ha preso forma attorno alla zona. Erano passati 11 anni dalla tragedia, ci sono stati e ci sono tuttora tantissimi problemi, ma sia io che il mio ragazzo abbiamo pensato che in Italia sarebbe ancora tutto transennato in attesa di fondi, autorizzazioni, etc.

Il passaggio davanti alla FDNY Ten House ed al Memorial Wall nonostante il caldo torrido ci ha raggelato il cuore.

Passeggiando all’interno del memoriale si possono avvertire le forti emozioni che vengono suscitate dal ricordo della grande perdita di vite umane avvenuta a causa del più grande attacco terroristico che si sia mai verificato negli Stati Uniti d’America. La maggior parte di noi si ricorda esattamente cosa stesse facendo la mattina dell’11 settembre 2001 quando, su tutti i canali televisivi italiani e mondiali, venivano mostrati i filmati dell’attacco e del crollo delle Torri Gemelle di New York.

Terminata la toccante visita, ci siamo diretti verso Chinatown (Mahayana Buddhist Temple e La statua di Confucio) e Little Italy. Entrambi i quartieri non mi sono piaciuti molto perché poco autentici. Siamo poi risaliti per Soho e Nolita, che invece hanno un fascino pazzesco.

Stanchi siamo rientrati in albergo perché per le 19 avevamo un altro “impegno”: la partita di Baseball allo Yankee Stadium, che vedeva gli Yankees contro i Red Sox, un vero e proprio derby.

Anche se di baseball ignoriamo quasi tutto, siamo stati travolti dall’entusiasmo dello Stadio e dall’atmosfera che si respirava. Un vero e proprio spettacolo difficile da spiegare. Siamo stati fortunati perché abbiamo assistito ad una partita combattuta, con parecchi fuoricampo e conseguente boato dello stadio e festa sugli spalti. È un’esperienza che consiglio a tutti coloro che desiderano entrare in contatto con la gente e le abitudini del posto. Il loro modo di vivere l’evento sportivo è completamente differente dal nostro. Assistono alla partita con passione quasi delirante, ma allo stesso tempo non perdono occasione di consumare cibi e bevande in grande quantità e chiacchierare con i consueti vicini di posto. Altra cosa che mi ha emozionata tantissimo è stato il canto dell’inno nazionale ad inizio partita.

Lo Yankee Stadium, che abbiamo raggiunto in metro, si trova nel Bronx e in occasione delle partite ci ha dato l’impressione di essere estremamente sicuro.

Sabato 18 agosto 2012

Premetto una cosa. Durante la pianificazione del viaggio, la mia attenzione è stata catturata da un consiglio letto sulla Guida Routard: un’associazione di Volontari, Big Apple Greeter, che porta in giro i turisti gratuitamente per la città. Ho cercato il sito ed ho inoltrato la richiesta (ai primi di marzo), indicando le nostre preferenze e disponibilità. L’Associazione richiede informazioni certe e dettagliate: albergo, numero di telefono, numero di prenotazione, etc. La mia richiesta è stata immediatamente presa in carico. Da quel momento fino al giorno prima di partire non ho ricevuto alcuna comunicazione da parte loro. La mia speranza si era azzerata! Solo poche ore prima della partenza, ho ricevuto una loro mail che mi comunicava l’assegnazione di John come Greeter per il 18 mattina, previa chiamata dall’hotel per confermare l’appuntamento e definirne i dettagli. Fortunatamente si incastrava perfettamente con la mia pianificazione.

Puntualissimo, alle 9 Jonh era nella hall del nostro hotel…solo per noi due! John è nato nel Bronx, lavora a Wall Street e collabora con l’Associazione da qualche anno, mettendo ogni tanto a disposizione una giornata per portare in giro i turisti. Definito meglio l’itinerario da noi desiderato (il Bronx) e precisato che ci avrebbe fatto camminare parecchio, siamo partiti. La “visita guidata” è iniziata dalla Grand Central Terminal, che abbiamo raggiunto a piedi. Preso il treno, siamo scesi alla stazione di Fordham. John ci ha portati in giro per il quartiere, tra i negozietti caratteristici, qualche murales, la gente della zona tra cui tantissimi italo-americani.

È stata un’esperienza che non dimenticheremo e che consiglio sempre, una giornata particolare, diversa da come la avremmo programmata senza di lui. Ci ha raccontato la storia del Bronx, le evoluzioni, i problemi, abbiamo visto la vera Little Italy e riconosciuto scorci di qualche film. Ovviamente non ci ha portati nelle zone pericolose e malfamate. Per pranzo siamo andati in un bel ristorante dove abbiamo mangiato molto bene, ad un prezzo più che buono.

Mi preme sottolineare che non ha voluto, nonostante ripetute insistenze, soldi nè per la metro, nè per il pranzo, nè tantomeno a fine giornata… Non c’è stato proprio verso!

Verso le 15 abbiamo ripreso il treno per tornare a Manhattan. Arrivati davanti alla New York Public Library John ci ha fatto notare che Bryant Park “nasce” sopra le stanze della biblioteca. Dopo esserci goduti il relax del parco ci siamo tuffati nel caos di Time Square.

Cosa dire di Time Square? Non si tratta di una semplice piazza di città, ma di un luogo divenuto icona di New York nel mondo. Times Square può essere considerata il cuore della grande mela, un luogo in cui è sempre giorno!

Nel mezzo di Time Square abbiamo salutato il gentilissimo, colto e disponibile John.

Quasi finita la giornata abbiamo fatto un giretto in Rockfeller Plaza e deciso di andare al Top of The Rock per ammirare la città dall’alto al tramonto (€ 41.50 in due).

Il Top of the Rock non si compone di una sola ma di ben tre terrazze panoramiche. Interessante è che l’ultima non ha vetrate e quindi permette di poter fare foto e video senza i fastidiosi riflessi. Da lassù potete avere uno sguardo d’insieme su Manhattan, ma anche dominare Central Park, ammirare l’Empire State Building. La vista sul Chrysler Building non è delle migliori perché impallata dal meno esteticamente gradevole MetLife Building.

Vedere NY illuminata dal sole, con i colori del tramonto e con le luci artificiali della “notte”…non ha prezzo!

Scesi letteralmente elettrizzati dallo spettacolo goduto siamo andati di nuovo a Time Square e l’abbiamo vista con i colori della “notte”.

Vi segnalo una pizza al taglio 2 Bros Pizza. La pizza è buona, sono veloci e quando eravamo “di corsa” e sfiniti l’abbiamo sfruttata perché molto comoda al nostro albergo!

Domenica 19 agosto 2012

Dopo aver fatto una buona colazione abbiamo preso la metro in direzione Harlem, per assistere ad una messa Gospel.

Visitare una chiesa per ascoltare i canti gospel è un bel modo per scoprire le radici della tradizione afroamericana. Negli ultimi anni, le chiese di Harlem sono state prese d’assalto da folle di turisti e occorre dare qualche avvertimento. Agli occhi dei fedeli le messe cantate rimangono funzioni sacre e quindi non tutte le chiese accolgono volentieri i visitatori di passaggio. Chi lo fa, spesso non lascia scattare fotografie e chiede ai presenti di restare per l’intera durata della messa, per evitare il via vai. Le regole sono semplici e spesso basta seguire il buonsenso.

Siamo scesi dalla metro all’altezza della 135th in direzione Mother African Methodist Episcopal Zion Church. Siamo arrivati un po’ in ritardo (l’orario segnalato dalle mie guide non era corretto) e abbiamo assistito così solo la parte finale della funzione. È stata comunque che ricorderò e che sono felice di aver vissuto una.

L’emozione, per noi che abbiamo sempre solo visto al cinema questo tipo di interpretazione, è difficile da spiegare: non è soltanto la religiosità, quanto la forza e la coralità che esprimono attraverso il canto.

Finita la messa abbiamo fatto un giretto per Harlem percorrendo Malcom X e Lenox Ave in direzione sud, deviando per gli YMCA. L’idea era di fermarci a mangiare qualcosa da Sylvia’s o da Amy Ruth’s, in entrambi i locali c’era una coda incredibile, la prenotazione è d’obbligo! John ci aveva consigliato anche Red Rooster dove c’era ancora posto, ma alla fine abbiamo deciso di scendere verso Central Park, passando davanti all’Apollo Teatre (uno dei più famosi club musicali degli Stati Uniti ed il più noto al mondo per quanto riguarda gli spettacoli di musicisti afroamericani).

Arrivati a Central Park, abbiamo iniziato a percorrerlo in direzione sud zigzagando. Polmone verde dai 1000 volti, è evidente il fortissimo contrasto tra la variegata vegetazione del parco ed i grattacieli che lo circondano. Mi piacerebbe rivederlo anche con i colori dell’autunno e dell’inverno!

Un posto tra tanti che mi ha lasciata letteralmente senza parole è il Jacqueline Kennedy Onassis Reservoir, lo specchio d’acqua più grande di Central Park, si tratta di un lago artificiale. La sua superficie è di circa 430.000 metri quadri. Tutto intorno al lago si sviluppa la più famosa pista da jogging di New York con una lunghezza di circa 2,5 chilometri. Molti personaggi famosi hanno fatto jogging qui. Riconoscerete molti luoghi visti nei film e telefilm, ma è stata una sensazione che abbiamo provato in molte parti di NY.

Comunque c’è da perdersi, rilassarsi, divertirsi…qualsiasi cosa! Ed è estremamente ben curato! Uno dei rimpianti più grossi di questa vacanza è proprio quello di aver dedicato troppo poco tempo a Central Park, neanche una mezza giornata di puro relax.

Rientrati in albergo, dopo la lunghissima camminata, abbiamo preso il bagaglio e atteso il nostro Shuttle, destinazione Newark. In circa 1 ora siamo arrivati al nostro hotel “di passaggio” Howard Johnson Newark.

L’albergo è mediocre, la stanza è grande ed abbastanza pulita. Ovviamente l’albergo è spoglio ed essenziale. Rapporto qualità/prezzo ottimo, visto che abbiamo speso solo € 66,00 (per la notte in due).

Hanno un “ristorante” di fronte alla reception che abbiamo sfruttato accontentandoci per la cena.

20-29 agosto 2012 (Exuma) Vedi parte seconda

29 agosto 2012

Dopo una bellissima vacanza ad Exuma, siamo ritornati a Newark la sera tardi.

Secondo me ho fatto un errore quando ho organizzato la vacanza: ho sbagliato a non rientrare a Manhattan la sera stessa del volo, visto che siamo arrivati in aeroporto verso le 20. Perdendo così una notte e qualche ora della mattina a NYC.

A Newark abbiamo alloggiato di nuovo all’ Howard Johnson Newark.

30 Agosto 2012

La mattina presto, rientrati a Manhattan e lasciati i bagagli al Flatiron Hotel, siamo ripartiti alla scoperta di un’altra parte della Grande Mela.

Destinazione Brooklin! Abbiamo preso la metro e siamo scesi a High Street. Dopo aver scattato un po’ di foto tra le viuzze, abbiamo raggiunto la Brooklyn Heights Promenade. Si tratta di una passeggiata sopraelevata sulla Brooklyn-Queens Expressway, che offre una vista da cartolina su Lower Manhattan: grattacieli, il ponte di Brooklyn, la Statua della Libertà. Potrete ammirare questi “pezzi grossi” della Grande Mela comodamente seduti sulle panchine della Promenade, che è lunga complessivamente 557 metri.

Siamo così arrivati al Brooklyn Bridge Park. Il parco di 34 ettari è famoso per i suoi giardini, i percorsi lungo il fiume e le colline ondeggianti, ma quello che lo rende unico è il suo panorama mozzafiato.

Proseguendo il nostro itinerario siamo entrati nel quartiere di Dumbo (Sotto il Manhattan Bridge), uno dei gioielli di Brooklyn che conserva le tracce di un antico passato industriale e allo stesso tempo è pervaso da un’atmosfera vivace e creativa.

Soddisfatti della visita, abbiamo deciso di tornare a Manhattan percorrendo il famoso ponte di Brooklyn, uno dei simboli di New York! Attraversarlo a piedi è un’esperienza indimenticabile e veramente emozionante.

Ci siamo così dedicati ai quartieri di Soho e Greenwich Village.

La zona di SoHo è bellissima. Da non perdere le seguenti strade: Broome, Thompson, Spring, Greene, Mercer, Prince, Sullivan. Ma la cosa migliore è girare senza una meta precisa, per respirare l’aria della New York più cool, legata alla moda ed al design. SoHo è un quartiere molto trendy nella zona sud-ovest di Manhattan, ma l’essere alla moda non è certo il suo unico pregio. Infatti, è pervaso da un’atmosfera vibrante e ha tante attrazioni da mostrare tra cui edifici di ghisa, musei, gallerie d’arte e le inconfondibili scale antincendio!

La passeggiata nel Greenwich Village non può non iniziare dal Washington Square Park. Il parco circondato dai caratteristici palazzi della New York University, è uno degli spazi aperti più vivaci della città. La vita qui è molto movimentata, all’interno del parco si vedono studenti che leggono, anziani a spasso con i nipotini, musicisti improvvisati, turisti ai tavoli di pietra che giocano a scacchi. Greenwich Village ruota intorno alla famosa NYU (New York University), tutta dislocata in edifici attorno alla piazza. La tipica atmosfera del quartiere universitario è presente un po’ ovunque. Proseguendo sulla sesta strada da non perdere “The Cage” dove, se siete fortunati, potrete osservare i migliori giocatori di basket della nazione.

Non potevamo non passare dal West Village (parte del Greenwich Village) percorrendo Christopher St. e Perry St., due strade completamente diverse, ma molto affascinanti!

Dopo aver fatto una breve sosta in albergo, siamo andati all’Empire State Building.

Ho prenotato on line i biglietti Express 102° piano prima di partire dall’Italia spendendo $ 64.50 a testa. Tornando indietro credo che risparmierei qualcosina. Personalmente mi è piaciuta di più la vista dall’86°, perché sei all’aperto e puoi fare delle foto spettacolari, mentre dal 102° sei al chiuso. Quanto al biglietto Express ci ha fatto saltare tutte le code.

Non me ne sarei più andata. L’Empire State Building rimane senza alcun dubbio uno dei principali simboli di New York City, una struttura assolutamente stupenda che riesce a meravigliare ogni volta la si scorga, soprattutto di notte quando viene illuminato.

Dall’ESB si gode di una splendida vista verso la punta sud di Manhattan, scorgendo all’orizzonte: Statua della Libertà, Ponte di Verrazzano, Staten Island, Battery Park e tutte le costruzioni nella zona del World Trade Center. Inoltre da la possibilità di ammirare lo stupendo Chrysler Building.

Secondo me la città è da vedere sia dall’ESB che dal Top of the Rock, in quanto offrono scorci molto diversi.

Sottolineo il fatto che durante la nostra vacanza alle Bahamas è “passato” l’uragano Isaac che ha ripulito il cielo e cambiato il clima anche a NY, offrendoci una visibilità decisamente migliore.

Prima di tornare in hotel, ci siamo fatti una “vasca” sulla 5’ e siamo ripassati dal Rockfeller Center e dall’immancabile Time Square.

31 Agosto 2012

Dopo aver visitato in lungo ed in largo Manhattan, il mio programma serratissimo ha previsto una giornata di shopping! Tappe classiche: Abercrombie, Victoria Seecret, Juicy Couture, Tiffany, Apple. Com’è noto per molte cose c’è convenienza, soprattutto sull’abbigliamento su cui non si pagano le tasse.

Ovviamente la giornata non era completamente priva di “impegni”! Infatti, rientrati verso le 5 in albergo e liberati dagli acquisti, ci siamo cambiati e siamo andati a prendere il Staten Island Ferry dal South Ferry. Il traghetto arancione, presente in tanti film, che collega gratuitamente Manhattan a Staten Island è un’emozione da non perdere. Vi consiglio di imbarcarvi poco prima del tramonto. Noi siamo saliti sul battello verso le 19 (all’andata state sul lato destro della nave). E’ stupendo e potrete godere della vista su Statua della Libertà e skyline di Manhattan da una prospettiva diversa. Fatelo…vi porterà via poco più di un’oretta.

Dopo la gita in traghetto siamo andati a farci una camminata “sospesi” sulla High Line.

La High Line è una delle passeggiate più belle di New York, costruita al posto della West Side Line, una linea ferroviaria sopraelevata in disuso. Il pezzo di binari sopraelevati della West Side Line fu costruito negli anni 30 per far fronte all’aumentare dei residenti in quella zona. Fu poi abbandonata definitivamente nel 1980 con l’aumentare del trasporto di merci su strada. Nel 1999 venne proposta la sua riqualificazione in parco urbano grazie ad un’associazione di residenti della zona, la Friends of High Line. Fu così creato un giardino sopraelevato.

Il 9 giugno del 2009 ha aperto la prima sezione del parco da Gansevoort Street nel Meatpacking District, fino ad arrivare alla W20th Street. L’8 giugno 2011 ha aperto la seconda parte dalla 20th Street fino alla 30th Street.

Questa area verde sopraelevata è veramente un miracolo di spirito di iniziativa e di amore per la città. La passeggiata lungo il percorso della High Line è molto piacevole. Entrate da uno degli ingressi, rilassatevi e godetevi sia l’atmosfera che il panorama. La passeggiata, infatti, offre diversi scorci sulla città, a volte con delle vere e proprie terrazze panoramiche per osservare Manhattan da una prospettiva particolare.

Sia il servizio Ferry che la High Line sono tra le tante dritte trovate sulla Routard, veramente utilissima.

1° settembre 2012

Le ultime ore di vacanza le abbiamo dedicate agli acquisti last minute.

Poi navetta verso il JFK, da dove tutto ha avuto inizio!

Pubblicato da seca75

Un viaggio inizia molti mesi prima di partire, esattamente quando, tra le varie opzioni, mi convinco che QUELLA sarà la mia prossima meta e me ne innamoro così intensamente da ritenere che sarà la più bella. Difficilmente un viaggio mi delude, quasi sempre invece mi fa provare emozioni inaspettate! Il più bel viaggio, è quello che non è stato ancora fatto. Loick Peyron

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