La città della rinascita della Colombia
“Siamo ciò che lasciamo agli altri”. E’ scritto in una delle stele del parco commemorativo di Medellin dedicato alle 46.000 vittime del narcotraffico. In quest’area, diventata museo a cielo aperto, un tempo sorgeva il quartier generale di Pablo Escobar che, dagli anni ’80 al 2000, seminò terrore e morte.

Medellin fondata dagli spagnoli nel 1675 è oggi una delle città più dinamiche del Pianeta. E’ stata per decenni sinonimo di violenza e narcotraffico, una città off-limits da evitare assolutamente, un luogo fuori dalle mappe turistiche. Dopo la fine del cartello di Escobar e il lungo processo di pacificazione e normalizzazione, Medellin è letteralmente rinata. Oggi rappresenta una tappa obbligata di ogni viaggio alla scoperta della Colombia.
Negli anni ’80 e ’90 si usciva di casa senza la certezza di rientrarvi, e la criminalità pervadeva la finanza, la politica, il sistema e infine le strade. Le sparatorie erano all’ordine del giorno e i narcotrafficanti controllavano ogni cosa. Oggi la città, seconda per numero di abitanti dopo Bogotá, è piena di turisti che passeggiano indisturbati.
Dopo decenni di buio e violenza, questa città ha imboccato senza freni la strada dello sviluppo ed è oggi considerata una delle città più innovative e in crescita. La rinascita si deve a un mix di pianificazione urbanistica, sistema di trasporti all’avanguardia e forte impulso alla cultura.

Medellin sorge a un’altitudine di circa 1500 metri. Il centro della città del “eterna primavera”, come è conosciuta Medellin, si trova al fondo di un’ampia vallata della Cordigliera. Dai quartieri abbarbicati sulle colline (raggiungibili con il metrocable de Medellin) si gode di una vista mozzafiato sulla città.
La modernità di Medellin si vede chiaramente dalla metropolitana di superficie, unica in Colombia. Con 2 linee e 27 stazioni collega tutta la città, da nord a sud e da est a ovest. La metropolitana è unita alle moderne metrocable, funivie che dal 2004 collegano da diversi punti la città ai barrios abbarbicati sui crinali della cordigliera intorno a Medellin. Quartieri poveri, ma dignitosi, che grazie alla funivia distano pochi minuti dalla città.
Abbiamo dedicato a Medellin ben 3 giorni pieni, per il nostro soggiorno ho scelto il quartiere El Poblado. Sicuramente non è il posto più autentico di Medellin ma, senza dubbio, la zona più ricercata e sicura in cui soggiornare, nota in tutta la Colombia per la sua qualità di vita, la sua vita notturna e i suoi parchi incantevoli. Le strade ombreggiate e fiancheggiate da enormi alberi ospitano ristoranti, caffè e incantevoli boutique. Camminando lungo alcune strade si ha la sensazione di trovarsi in un parco, con una gigantesca chioma di foglie e un piccolo fiume che scorre sotto il marciapiede. Calle 10 è la strada principale che attraversa El Poblado ed è sempre una zona molto frequentata. Le strade più piccole che si diramano da questa via sono i luoghi più interessanti in cui mangiare o passeggiare. Se “El Poblado” è il centro della festa di Medellin, “El Parque Lleras” è l’emblema della vita notturna della città e il suo cuore pulsante.








Apro una parentesi. A Medellin dal 2016 sono stati creati 30 corridoi verdi: 18 strade e 12 corsi d’acqua sono stati convertiti in “paradisi verdi” attraverso un processo di rimboschimento, pulizia e tutela delle specie presenti. Questo progetto ha consentito una riduzione delle temperature di 2 gradi centigradi, con picchi fino a tre gradi in alcuni quartieri. Avere città più fresche non è però l’unico beneficio dato dai corridoi verdi. Gli alberi infatti hanno riqualificato esteticamente i quartieri in cui sono stati piantati, oltre a ripulire l’aria dalle sostanze inquinanti nelle strade più trafficate e ad offrire ombra a pedoni e ciclisti.

Fatte queste premesse, vi racconto il nostro soggiorno in questa città.
Il volo Avianca (prenotato tramite Expedia) è partito puntuale alle 20.50 e alle 21.35 siamo arrivati a Medellín. Il tempo di ritirare i bagagli e abbiamo contattato l’hotel per la navetta gratuita (terzo piano porta 3).
Considerata l’ora e la città, ho deciso di dormire in zona aeroporto. Con il senno di poi, credo di aver ecceduto in prudenza! Ho scelto l’Hotel Santiago de Arma dove abbiamo alloggiato in Camera Matrimoniale con colazione a € 60 circa. L’hotel è carino, la stanza piccola ma funzionale, la colazione buona. Complessivamente una discreta soluzione per una notte in zona aeroporto!
Mercoledì 12 giugno 2024
La mattina, dopo aver fatto colazione, abbiamo chiamato il classico Uber e con € 28,50 abbiamo raggiunto El Poblado!
Per le nostre 3 notti a Medellín ho scelto l’Hotel Torre Poblado dove avevo prenotato una matrimoniale Deluxe di 22 mq con colazione per una spesa di € 171.

L’hotel lo ritengo un’ottima scelta: buona posizione, reception h24, servizio di lavanderia velocissimo ed economico (che abbiamo usato), buona colazione servita al decimo piano con una bella vista sulla città. La nostra camera era luminosa, spaziosa e molto funzionale! Aggiungo una cosa, per noi comodissima: siamo arrivati in hotel verso le 9.30 e ci hanno consegnato subito la stanza. Abbiamo così potuto girare tranquilli, lasciando in cassaforte tutti i documenti e soldi!
Chi visita ora Medellin non può non andare a la Comuna 13 (noi ci siamo andati addirittura due volte!!).
L’idea iniziale era di visitare mercoledì la Comuna 13 con Casa Kolacho, come consigliato su Lonely Planet e dal mio amico Ale, giovedì prendere il tour con GetYourGuide per Guatapè e venerdì prendere un walking city tour.
Alla fine ogni cosa può cambiare, giusto? E chi sono io per impedirlo???
Abbiamo chiamato Uber per raggiungere Casa Kolacho e l’autista ci ha raccontato di essere una guida, ex militare, parlava molto bene inglese. Ci ha proposto una giornata intera con lui: mattina Comuna 13 e pomeriggio city tour. Abbiamo accettato per un costo totale di € 75 (incluso il trasporto) e gli abbiamo offerto un economicissimo pranzo!

Carlos si è rivelato un personaggio molto conosciuto tra le guide a la Comuna 13, molto appassionato a condividere la storia difficile di Medellín e molto carino nel farci tantissime foto! Ci ha raccontato nel dettaglio ogni cosa vista, dal significato di alcuni murales, ai posizionamenti dall’alto delle vedette, al campo da basket visibile da tutti utilizzato per giustiziare, una scarpata di una montagna dove sono stati trovati un sacco di cadaveri, fino alla costruzione delle scale mobili e la svolta de la Comuna 13.






Nell’arco di una generazione la Comuna 13, un tempo roccaforte dei cartelli della droga, si è trasformata in un centro pulsante di cultura, innovazione e imprenditorialità. Da luogo inaccessibile è oggi una destinazione turistica imperdibile, simbolo del grande cambiamento che il paese ha vissuto negli ultimi anni. Le scale mobili fanno parte del progetto «Senderos de Conexión Independencias I», un programma di integrazione sociale fortemente voluto dal comune e dal Dipartimento di sviluppo Urbano di Medellín. I primi murales ad apparire alla Comuna 13 testimoniavano lo smarrimento dei ragazzi, la ricerca di tranquillità, la richiesta di mettere fine alla violenza. Quella forma d’arte ha preso piede e oggi il quartiere è un museo a cielo aperto, in cui gli artisti utilizzano i muri per denunciare un passato di violenza e promuovere la pace.





È dalla fermata della metro “San Javier” che inizia il tour della Comuna 13. La passeggiata per raggiungere il quartiere è breve e vivace, tra venditori di frutta fresca e artisti di strada. Farlo con una guida locale è il modo migliore per scoprirlo in profondità: si incontra chi alla Comuna 13 ci vive ed è testimone della sua trasformazione, si scoprono gli angoli meno frequentati, le gallerie d’arte più particolari e si guadagna la vista migliore dalle terrazzine improvvisate di bar e localini.



Dall’alto della Comuna 13 il panorama è di quelli che si dimenticano con difficoltà, il quartiere si affaccia sulla vallata dell’Aburrà e le abitazioni si abbarbicano in maniera tentacolare dal fondovalle verso le montagne. Centinaia di migliaia di case a mattoni vivi, una sopra l’altra, rigorosamente senza intonaco e tetto, potrebbero trasmettere un senso di desolazione. Tutt’altro!










La cumbia e l’hip-hop risuonano tra le vie.







I turisti si scattano selfie davanti ai murales e la proverbiale serenità dei colombiani ravviva l’atmosfera. Il miracolo è compiuto: alla Comuna 13, dove prima regnavano violenza e morte, oggi si festeggia la vita.

















Carlos durante la passeggiata a La Comuna 13 ci ha portati al Café Aroma de barrio, dove ci ha fatto provare una bevanda fredda composta da caffè e limonata. Davvero apprezzatissima (buona e dissetante) anche da noi italiani nonostante l’iniziale diffidenza!





Ci ha anche presentato uno dei famosi street artist impegnato a terminare un’opera!


Assolutamente consigliato! Carlos parla tantissimo, per i miei gusti un po’ troppo, però racconta cose molto interessanti e ci mette molta passione!


Lasciata la Comuna 13 ci siamo trasferiti nel centro. Carlos ci ha raccontato come è nata Medellín nel 1616 con i Conquistadores. Ha sottolineato l’importanza della rete ferroviaria per il suo sviluppo, prima utilizzata per trasportare caffè, poi alcol e tabacco, infine la polvere bianca…
Abbiamo camminato per la città. Abbiamo iniziato da San Anthony Square, piena di significato. In questa piazza nel 1995, ci fu un attentato che causò la morte di 27 persone. Fu messo dell’esplosivo proprio vicino alla statua della colomba di Botero che ne uscì gravemente danneggiata, ma tuttora presente per volontà dello stesso Botero in memoria dell’accaduto. L’artista scolpisce una nuova colomba simile alla prima, la ridona alla città e vuole che sia collocata proprio vicino ai resti della statua distrutta. La colomba, simbolo della pace per antonomasia, diventa così traghettatrice del messaggio di vita dopo la morte, della rinascita dopo la tragedia.





Poi siamo passati da Parque Berrio, dalla stupenda Piazza Botero circondata da edifici sontuosi e costellata di opere di Botero e da Piazza Cisneros.






















Durante le varie tappe abbiamo fatto sosta pranzo in un posto frequentato da locali dove viene servito solo un piatto: il TAMAL (buonisssssimo!!!). Abbiamo speso solo € 13 in 3 per 3 Tamal 2 Coca-Cola e 1 acqua.

Anche la metro a Medellín, come la scala mobile nella Comuna 13, ha un significato particolare. È stata costruita negli anni in cui Medellín era la città più pericolosa al mondo! Il moderno e innovativo sistema di trasporto pubblico integrato realizzato a Medellin (metropolitana e metrocable, una rete di cabinovie per collegare i sobborghi della città) è sicuramente uno dei fattori che ha inciso in modo profondo alla “rinascita” della città!
La giornata è stata più calda di come ce l’aspettassimo, io ero vestita un pochino troppo! Ritengo indispensabili cappellino e crema solare!
Terminato il tour, Carlos verso le 17 ci ha riportati in hotel!
Dopo una bella rinfrescata siamo andati a fare un aperitivo da Mosquito Rooftop, locale carino su una terrazza molto alta che regala begli scorci. Per 3 birre abbiamo speso € 10,21 (onesto!!!).


Per cena siamo andati da Mondongo’s Restaurante El Poblado, dove abbiamo preso: un filetto di manzo, una porzione di bistecche di maiale con champignon e 4 birre per una spesa totale di € 30.


Ci siamo tornati l’ultimo giorno, quindi direi che ci è piaciuto!
Giovedì 13 giugno 2024
Come ho scritto sopra, l’idea era quella di prendere un tour organizzato di gruppo per Guatapè. Alla fine, tramite un contatto colombiano di Leo, ci è stata regalata una giornata esclusiva a Guatapè.

Louis verso le 9 è venuto a prenderci in hotel e dopo circa 2 ore di strada abbiamo raggiunto la prima tappa: “La Piedra”, che ci ha costretti a fare circa 725 scalini. La salita è sicuramente impegnativa, ma assolutamente da fare! La Piedra è il terzo monolite più grande al mondo (dopo l’Ayers Rock in Australia e il Pao de Azucar in Brasile).




La Piedra mostra su di un lato due lettere scritte con vernice bianca (una “G” e una “U” imperfetta): il tentativo di “firma” è degli abitanti di Guatapè in lotta con il vicino villaggio di El Peñol per il riconoscimento della proprietà della montagna.


La contesa su La Piedra fa capire la confusione sui nomi del monolite stesso: El Peñón de Guatapé, La Piedra del Peñol, La Piedra de Guatapé, La Piedra…per questo motivo io la chiamerò semplicemente “La Piedra”!
La salita costa circa € 6 a testa. In un’ora e mezza siamo saliti e scesi, concedendoci in cima anche una pausa per rinfrescarci e fare qualche foto! La vista dall’alto paga la fatica!












A mezzogiorno e mezzo eravamo giù nel parcheggio pronti per partire con Louis per la seconda tappa della giornata: il giro in barca sulla Laguna del Peñol.
I laghi artificiali si sono creati a seguito della costruzione della diga, finalizzata alla produzione di energia (una centrale idroelettrica in grado di soddisfare il 12% circa del fabbisogno energetico della Colombia).

L’operazione è stata compiuta negli anni ’70, inondando 6365 ettari di territorio collinare e creando un arcipelago artificiale che ha sommerso il Vecchio Peñol. Considerata l’importanza nella produzione di energia elettrica per il paese, immagino che la scelta si sia rivelata strategicamente positiva, ma dal punto di vista umano la ritengo una forzatura pazzesca!
Sulle sponde del lago ci sono delle ville bellissime un tempo proprietà dei narcotrafficanti. Da menzionare “La Manuela” di Escobar e quella di Ochoa, quasi una di fronte all’altra. La guida ci racconta che dagli aerei lanciavano pacchi di droga nel lago perché da lì la via per Medellín era facile e senza controlli!







Siamo arrivati fino al punto dove si vede la Piedra dal lago…che spettacolo!

Il giro in barca è stato molto bello a parte un acquazzone molto intenso quanto breve!


Dopo 1 oretta in barca, verso le 15.00, Louis ci ha portati a Guatapè per un pranzo tipico. Abbiamo mangiato molto bene. Leo e Louis hanno preso la Bandeja Paisa, io una porzione di fagioli e dei bocconcini di pollo fritti. Non so quanto abbiamo speso perché anche il pranzo ci è stato offerto!




Pieni e rinfrescati abbiamo visitato Guatapè. Guatapé è conosciuta come una delle città più colorate della Colombia. La caratteristica principale di Guatapé sono i coloratissimi “zocalos”, ovvero i particolari bassorilievi che adornano le facciate inferiori delle case. Alcuni dei disegni che si possono ammirare sono legati alla storia delle famiglie che vi dimorano o della città, mentre altri raffigurano fiori e piante, paesaggi oppure oggetti della vita quotidiana degli abitanti, professioni o particolarità.


















Immancabili i coloratissimi Tuk Tuk!







La chiesa nella Piazza principale è veramente suggestiva!



Fatta una breve sosta per due foto a Peñol, Louis ci ha riportati in hotel.





Devo ringraziare Juan per averci regalato una gita così esclusiva!!!
La sera, ancora pieni dal pranzo, siamo andati a bere e mangiare qualcosa al Bar Berlin a due passi dall’Hotel.


Venerdì 14 giugno 2024
Saltati i programmi iniziali e visto che avevamo già fatto tutto mercoledì, dopo un paio di ore tra le vie di El Poblado, abbiamo deciso (a dire il vero ho deciso e convinto Leo) a prendere il Tour gastronomico della Comuna 13, cibo di strada e funivia in inglese con GetYourGuide per la ri-visita della Comuna 13 e salita con la funivia a € 20/cad biglietti dei mezzi inclusi. L’appuntamento era fissato per le 14 all’ingresso della stazione metro Poblado, praticamente di fronte alla biglietteria della metro.
Perché ci siamo tornati? In parte perché non sapevo come riempire la giornata, in parte perché ero interessata a salire con la funivia e poi perché la Comuna 13 mi ha affascinata e quindi volevo sentire la sua storia raccontata da un’altra persona!



È evidente che il tour con Carlos sia stato più completo e interessante. Però ho apprezzato anche il tour di gruppo.

Entrambe le guide ci hanno raccontato che alla Comuna 13 non costruiscono mai il tetto della casa, perché se nasce qualche figlio la si alza.

Il tour prevedeva: metro fino a Javier, funivia e vista dall’alto, bus urbano fino a Palestina. A Palestina abbiamo visitato una coffee farm (per noi una copia sbiadita rispetto a ciò che abbiamo visto Salento) e da lì abbiamo iniziato a salire verso la Comuna 13.






Il tour bene o male ha ricalcato il tragitto fatto con Carlos. In questo secondo abbiamo fatto due soste, una iniziale per un buon gelato e una finale per una fresca birra con vista dall’altro (entrambi inclusi).








Tornati alla stazione Poblado abbiamo chiamato Uber e siamo tornati in hotel con pochi euro.
Per cena abbiamo ribadito la cena da MONDONGOS.
Sabato 15 giugno 2024
La mattina abbiamo fatto un giro al Parque de El Poblado dove ci sono parecchie bancarelle e ne abbiamo approfittato per acquistare alcuni souvenir!
Chiamato Uber e con meno di € 25 siamo arrivati in aeroporto!
Vi ricordo l’itinerario di viaggio che ho suddiviso in 7 parti più l’anteprima:
Che bel viaggio! Mi ha sempre attirato l’America latina ma non sono ancora riuscita ad andarci. Da viaggiatrice solitaria ho fatto viaggi più brevi ma vorrei trovare delle amiche con cui girarla! E magari scriverne anch’io sul mio blog visto che il Sud America manca! 🙂
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